Nella tempesta Dio

“Nella tempesta Dio”, edizioni San Paolo, con la prefazione di Fabris Hadjadj, scrittore e filosofo francese, si snoda un dialogo a due tra gli autori Francesco Giosuè presbitero della Diocesi di Roma e Francesco Paolo Ciglia professore ordinario di Filosofia della Religione e di etica delle relazioni presso l’Università Gabriele D’Annunzio di Chieti-Pescara.

Tra i due si sviluppa una discussione su di un ipotetico “ponte” che cerca di mettere in relazione due mondi differenti per cultura e storia: da un lato le scritture bibliche del Nuovo e Vecchio Testamento; dall’altro la ricerca filosofica dalle origini ad oggi sullo sviluppo dell’intera società occidentale.

Non si tratta di un qualcosa di nuovo dato che da duemila anni religiosi, storici e filosofi hanno cercato di “costruire” questo ipotetico ponte; di contro da altrettanto tempo i “decostruttori” hanno cercato di smantellare questo progetto.

Infatti c’è chi sostiene che la laicità ha contaminato la purezza delle Sacre Scritture sia nell’ambito della religione cristiana sia dell’ebraismo.

Di contro altri sostengono che le Sacre Scritture hanno profanato ed inquinato il pensiero laico.

In realtà questo “ponte”, più volte costruito – decostruito, è l’asse portante della cultura occidentale e quindi della nostra stessa esistenza.

Comunque sia tutti devono confrontarsi con questo “tramite” per rispondere a domande “chi siamo o chi vorremmo essere”, “da dove veniamo”, “dove andiamo”.

Il tema dominante del libro è la riflessione sulla sofferenza, sul male e sulla negatività. La discussione che si sviluppa tra le pagine del libro ha come base un testo di André Neher, intellettuale ebreo pubblicato a Parigi nel 1970.

Ciò che Neher ha lasciato in eredità ai posteri come messaggio religioso e culturale è in realtà solo il punto di partenza di un percorso che andrà oltre i confini dell’opera sopra citata.

Il libro, come detto, è un dialogo tra due studiosi che affronta e cerca di relazionare temi propri dell’esegesi biblica e giudaistica con temi propri della ricerca filosofica.

Come già accennato le tre questioni al centro del dialogo sono la sofferenza, il male e la negatività che inquietano in uguale misura chi le affronta basandosi sull’esegesi biblica così come chi vuole dare una risposta di natura filosofica.

Neher affronta il quesito attraverso il tema del silenzio di Dio e dell’uomo, un silenzio in cui Dio parla con una voce sottile.

Sono molte le sofferenze il male la negatività che gli esseri umani incontrano lungo la vita ed è lecito chiedersi dove nei momenti bui della storia dell’umanità fosse Dio.

La sofferenza in particolare di vittime innocenti colpisce da sempre la mente umana da un punto di vista biblico e filosofico a ciò cerca di rispondere questo libro per cercare di vedere Dio dove sembrava che non fosse.

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